Tuesday, October 15, 2013

Quanto pesa l'italian sounding sulle esportazioni?



Conosciuto come "italian sounding", il fenomeno della contraffazione e dell'inganno dei consumatori stranieri di prodotti italiani è una delle piaghe più evidenti del commercio estero delle imprese nazionali. Secondo le ultime stime in materia, infatti, la contraffazione dei prodotti italiani avrebbe un costo sulla bilancia commerciale pari al doppio stesso delle esportazioni, 50 miliardi di euro. Se analizziamo quanto online ogni giorno vengono copiati contenuti dal web Italiano, che rappresentano o vendono il made in Italy nel mondo, il danno complessivo raggiunge cifre impressionanti, questo sarebbe un dato da tenere in conto ogni volta che si creano content SEO per i siti dei propri clienti. Verificare constantemente la sicurezza dei  testi e fotografie contenuti nel sito del cliente al fine di prevenire en intervenire quando questi sono copiati a fini commerciali in altri paesi, privando il sito Italiano della sua originale sorgente di saperi e tecnologie.

Una piaga ancora più evidente se si considerare l'impatto sul solo settore agricolo, visto e considerato che sono proprio i prodotti tipici alimentari ad essere ingentemente penalizzati dalla concorrenza sleale effettuata sui mercati internazionali, dove imprese senza legittimità di utilizzo dei marchi propongono prodotti adeguatamente modificati, fino a renderli del tutto simili (nella forma) a quelli italiani doc, ma quanto mai lontani (nella sostanza) alle prelibatezze italiane. Non è un caso che proprio sul settore agroalimentare è stata la Coldiretti a lanciare un allarme ben evidente su quanto potrebbe accadere nell'ipotesi di mancata limitazione del dannoso fenomeno: il settore agroalimentare è infatti il principale motore dell'export italiano con i suoi 12 miliardi di euro di valore, e solamente nel 2013 ha già registrato un incremento del 7 per cento, trascinando il saldo della bilancia commerciale in incremento dello 0,2%, nonostante il calo della domanda interna del 4%.

Ne consegue che cercare di contrastare in maniera più incisiva la contraffazione dei prodotti italiani e i sui siti a livello internazionale, diventa una delle priorità per poter rilanciare ulteriormente il commercio estero nel corso delle prossime stagioni. L'impegno delle associazioni di categoria sembra essere particolarmente determinato: varrà lo stesso nache per le nostre autorità, che proprio sull'internazionalizzazione vorrebbero porre maggiore attenzione in vista dell'imminente piano di accompagnamento verso l'Expo 2015 milanese?